Primo giorno di lavoro dopo due settimane da Dio... e vabbuò...
Vediamo... lunedì 26 novembre... controlliamo se mamma aveva ragione... il concerto dei Negramaro su Radio Rai sarà il 30 novembre prossimo (e quindi sono ancora in tempo) oppure è stato quello passato, cioè il 23 (più probabile, dato che ieri erano a Roma all'Auditorium e non sono riuscita a trovare i biglietti)??... uhm... vediamo... Wow!!! Dico diceeee.... è il 30!!! Fantastico!! Ah beh, stavolta il mio amichetto (Giulio, chiamato da me Jg) che lavora alla Rai DEVE farmi entrare!! Due anni fa, per lo stesso concerto, lo stesso programma, mi ha dato la sòla e ci è andato con un'altra ('sto fetente!!), ma ora non mi scappa!!! Gli scrivo una mail...
Il giorno 26/nov/07, alle ore 11:28, Xigia © ha scritto:
Jg!! Carissimo! come stai??? Vero che il 30 novembre mi fai entrare negli studi di Via Asiago per il concerto dei Negramaro?? vero??? Fede
Ok, spudoratamente, viulentemente, sfacciatamente mail ruffiana... ma quando ce vò ce vò!!
E ragazzi... Risposta positiva!!! ce l'ho fatta!!! Evvai!!! Ci sarò anch'io!!!! Non ci posso credere!!
Primo giorno di lavoro passato piuttosto piacevolmente alla luce dei nuovi sviluppi...
Sulla strada verso casa squilla il cell... è Jg...
Io: "Jg!!! Grazie! Grazie ancora!..."
Jg: "Fede... ma guarda che il concerto è stasera!!..."
Io: "ma che dici?? ne sono certa! è il 30!!..."
Jg: "no Fede! lo registrano stasera e lo danno in differita venerdì! devi andare adesso!!! ascoltami... io ho fatto in modo di farti avere il Pass per entrare in Rai, ma tu lì dentro devi poi nasconderti!! Il concerto è per solo 100 persone, pochissimi intimi, amici, vip, entra quando c'è un pò di folla, non farti notare, vai in Sala e siediti nei posti più lontani, poi quando comincia a riempirsi, puoi anche scendere più avanti...e devi andare prima! vai adesso!!" ....
Ferma. Ferma tutto. NASCONDERMI??? Come sarebbe a dire??? Manco stavolta li vedrò?? A che serve un amico alla Rai se poi rischi l'arresto per "imbucamento" in diretta?? Ma porca miseria!! Che tocca fà per 'sti quattro menestrelli...
Via, prendo la macchina e mi dirigo in quel di via Asiago, 10... traffico scorrevole...
Eccomi qui... c'è già un pò di gente... uhm... e tutti hanno in mano un cartoncino con l'immagine de "La Finestra" ... l'invito ufficiale... che io non ho...uhm... vai Fede... ce la puoi fare... vai!!.... entro... ha detto Jg che devo mostrarmi sicura, disinvolta, tranquilla, che so dove sto andando....
Io: "ehm... Buonasera! Ci dovrebbe essere un pass a mio nome...perfetto... ecco... ehm... senta... la Sala 2 è al secondo piano, vero?"...
Vigilante: "sì, secondo piano... ma sei venuta un pò presto....concerto dei Negramaro, eh? e non hai l'invito, vero?"....
Io: "ecco appunto...:-D mi si legge in faccia???"...
Vigilante: "decisamente... ascolta.... è presto... se ti vedono non ti fanno entrare e io non posso accompagnarti... devi nasconderti (aridajee con la sindrome della spia...)... non devi farti vedere... vai in bagno e aspetta fino a quando non arriva un pò di gente"....
Ma tu guarda se stasera non me arrestano, eh!!
Come no... disinvolta come non mai arrivo al secondo piano, indicazione per la Sala A... uh... anvedi!! il batterista mi passa accanto!!...ci sono... giro a sinistra... eccola... all'ingresso c'è un altro vigilante...mi guarda con circospezione... leggerà per caso qualcosa sul mio viso?? e di fronte a lui una signora e un ragazzo... ma io... conosco la signora!! Andava nella mia stessa palestra!!! Mi dirigo verso di lei (M. G.), mi riconosce, il ragazzo (L.) è il figlio, si chiacchera, lei lavora qui, ha organizzato lei questo concerto!!! sono entrambi simpaticissimi, molto piacevoli...e anche loro hanno l'invito ufficiale in mano... mamma mia, mi sento una ladra... dobbiamo però spostarci, non è il caso rimanere lì di fronte l'ingresso della Sala... andiamo, guarda un pò, verso le toilette... e voilà, il chitarrista e il pianista.... wow!!! lì c'è il loro camerino!! potrei tranquillamente entrare, potrei incontrare Giuliano, fargli i complimenti...ma... non lo faccio, saranno tesi e non farlo lo considero una forma di rispetto... ah sì... comunque, sono le 20.05, M. G. e L. decidono di entrare (il concerto inizia alle 20.30) e io, indovinate dove vado??? AL BAGNO!! A NASCONDERMI!!! Resto quindi 20 minuti dentro il bagno delle donne, ascoltando le voci di Giuliano e dei compagni che chiaccheravano a pochi metri da me... non so se la situazione appena descritta faccia ridere e vomitare... io mi stavo tagliando dalle risate... chiamo Zù...
Io: " Zù..!!!"
Zù: "Ah bella...."
Io: "Zù! sono nel bagno della sede della Rai in Via Asiago!!!!"
Zù: "...eh!! non ho capito..."
Io: "SONO NEL BAGNO DELLA SEDE DELLA RAI DI VIA ASIAGO!!! c'è il concerto dei NEGRAMARO!! e...."
Zù: "ANDOCAZ...O STAIII???
Dopo poche parole chiudo la telefonata... se mi beccano dentro il bagno è la figura di m...a più brutta della mia vita... già mi vedo... presa per l'orecchio che sfila di fronte ai Negramaro e ai veri invitati e cacciata fuori...
20.25 ...Vado... o la và, o la spacca... ora dovrebbe esserci un bel pò di gente, no? posso passare inosservata...
Esco dal mio rifugio sicuro, passo nuovamente di fronte al loro camerino, arrivo all'ingresso e... porca miseria non c'è nessuno... ancora non hanno fatto entrare il pubblico!! c'è solo il vigilante di prima (ecco, se è capace di leggermi in volto ora starà leggendo... c...o!! e mo come faccio??? non ho l'invito!!) e M.G. che sta parlando con una tipa...
E ora? mannaggia... non posso fermarmi!! devo continuare!! via! decisa! entra! non curarti di lui, ma guarda e passa! ... ci guardiamo... sicura e forte delle mie convinzioni entro... lui continua a fissarmi, ma non mi ha chiesto niente!! e sono dentro!! evvai!! forse ha pensato che avevo sicuramente l'invito o che lavoravo alla Rai perchè ha visto che parlavo con M.G.!!! M.G. SANTA SUBITO!!!
Ora devo però andare verso la parte più buia e nascosta della sala!! parola d'ordine, NASCONDERMI!! Mi siedo, la sala è piuttosto piccola, ci sono ancora tutte le prime file vuote... il vigilante ora sta chiedendo l'invito alla ragazza che sta entrando...oh... e ora è andato a chiederlo alle tre già sedute in prima fila... e quella laggiù e quel tizio dell'organizzazione... mi stanno guardando... mi fissano... parlano... PORCA MISERIA!!! oddio!! ecco!! è finita!! che figura!!! e mo' che dico loro??? ... prendo il cell... scrivo un SMS a Jg... "aiuto!! sono in sala, ma ho paura che mi chiedano l'invito!!" ... risposta.."tranquilla..."... eh??? TRANQUILLA? tranquilla è morta giovane!!.... (non ricordo se il detto era così, ma mi avete capito...)
Uhm... allarme rientrato... non vanno oltre la prima fila... accipicchia.... che sudata... ma quando comincia??? non ce la faccio più!! ma io dico... ma tu guarda in che guaio mi sono andata a cacciare... ok... Certo però... la sala è vuota... la gente sta entrando ora... mannaggia... tutte le prime file sono ancora vuote... e io qui... uhm... ma chi vedo laggiù?? M.G. e L.!!!! seconda fila, un posto libero accanto a loro... praticamente in braccio al palco... vado?? vado??? Fedeee... non tirare troppo la corda... Fedeee... non tentare la fortuna... Fedeee... Fedeee!! dove stai andando!!
SECONDA FILAAAAAAAAAAA!! yabadabaduuuuuuuuuuuu!!!
Ora sì che si ride!!! Ho praticamente una paresi in faccia!! :-D ...Rido, sorrido, quasi piango, sono al decimo cielo!!!
Il concerto inizia... FANTASTICIIIIII!!! acustico, nuovi strumenti, nuove versioni delle canzoni... ho cantato, urlato, mi sono sbracciata... Giuliano ha un voce eccezionale, notevole... ti entra dentro... le canzoni hanno un altro sapore, un altro colore... UN PASSO INDIETRO... L'IMMENSO... LA FINESTRA... CADE LA PIOGGIA....
E' il loro quarto concerto al quale assisto... quello di Siena è stato davvero bello, forte, tra i più belli... ma questo... non so... l'essere lì di fronte, a pochi centimetri dal palco, da quella voce, essere finalmente consapevole che Giuliano (in particolar modo lui) mi ha visto, sa della mia esistenza (a dir la verità ho già avuto un faccia a faccia con lui due anni fa, ma ovviamente, ora, come allora, ciò non avrà un seguito... ma è comunque soddisfacente almeno nel singolo frangente), sa che conosco tutte le canzoni... almeno credo... sono piccole, grandi soddisfazioni personali...
Insomma, gioia immensa!! Da rivivere!! il 12 dicembre insieme a Zù e Guru al Granteatro!! Fila 4, posti 2S/4S/6S!!!! Li mejo posti!!!!
Per tutti coloro che hanno voglia di sentire il concerto durante il quale, alla fine di ciascuna canzone, si sente sempre per prima la sottoscritta che urla "BRAVI!! UUUUUUUUUUU!!!" o che incita il conduttore Gerardo Panno a cantare con Giuliano "G-E-R-AR-D-O!!!G-E-R-AR-D-O!!!G-E-R-AR-D-O!!!" o che, in risposta alla domanda di Giuliano su quale canzone cantare per il bis al posto di MentreTuttoScorre dice "QUESTA ED UN'ALTRA!!"... sintonizzatevi su Radio1 alle 20.30 del 30 novembre p.v.!!!
Qui di seguito alcune foto non di questo concerto (stavolta non è stato possibile farne nemmeno con il cell), ma di quello di Siena... :-D... ok non è la stessa cosa, ma lì c'è stato anche JOVANOTTI!!
lunedì 26 novembre 2007
sabato 24 novembre 2007
Partire è un pò come rinascere
Questo treno mi riporta a casa, mi riporta dai miei Amori...
Ci sono storie che solo in questo posto nascono, si evolvono e muoiono in un secondo o due, giusto il tempo per la chiusura delle porte, tempo per il quale ci sono solo addii camuffati da un ciao! arrivederci!, a presto!...
Tutto corre al di là del finestrino, alberi, montagne e piccole dimore che restano in queste valli incantate, lontane anni luce dalla mia città millenaria. Hanno una loro saggia dignità nell'essere sempre uguali a sé stesse, sempre e comunque uguali a come sono nate, senza cambiare ad ogni sospiro del tempo... amo più che mai questi piccoli borghi, questa tranquillità e semplicità... piccole realtà, piccoli paradisi...
Accanto a me, lassù, in alto, fiera e luminosa, appena svegliata la Luna mi sorride e illumina questo piccolo mondo in movimento...
Vedo le storie effimere di questi viaggiatori...
...lei e lui, due turisti, due piccioncini borghesi, scherzano, si abbracciano, si coccolano... giocano e raccontano fantasie e progetti per un futuro insieme, piccole foto scattate con un cellulare ad immortalare le loro promesse...
...più in là quel vecchio signore, pantaloni di velluto e giacca dello stesso colore che ha ancora tanto da dire, ma la sua voce è solo un lieve sussurro in direzione del suo dirimpettaio il cui sguardo acquoso denota tanta stanchezza, ma è sveglio e attendo a non perdere una sola parola...
...in fondo c'è quel "capitalista" con il palmare sempre in mano, che gesticola, parla, racconta, ride e si agita, una gamba sul bracciolo del sedile, non dà fiato alla sua gola ed ai suoi polmoni esausti di tanto movimento... non smette mai di parlare, di mimare... la sua voce, nonostante il personaggio, non arrivo a sentirla... tutto fumo e niente arrosto...
...la sua compagna di viaggio, forse una collega, anche lei ha partecipato alla sua stessa Convention... sorride ad ogni sua scenetta e sembra interessata alle sue parole... in realtà sta pensando ai panni che dovrà lavare, al cane che ha lasciato alla vicina e alla spesa per l'indomani...
... quella ragazza con la maglietta bianca e i capelli ricci dorme, non legge, non canta, non mima... non si cura nemmeno della sua valigia che ingombra il passaggio del controllore...
... controllore donna, con la divisa verde e blu della NostraCompagnia... quei chili in più, quell'obesità che per molti, come i tre bulletti seduti dietro di me, non è simbolo di intelligenza, ma solo di sfortuna e debolezza... è invece uno spettacolo il suo sorriso, la sua professionalità, la sua forza, il suo non curarsi della stupidità altrui, il suo "Buonasera signorina! Le auguro buon viaggio!" ... una furbizia che va oltre il nostro superficiale istinto...
E tu Luna, bella e felice, continui ad essere lì in alto e a farmi compagnia... il tuo sguardo mi fa l'occhiolino e non posso fare a meno di sorridere...
Ci sono storie che solo in questo posto nascono, si evolvono e muoiono in un secondo o due, giusto il tempo per la chiusura delle porte, tempo per il quale ci sono solo addii camuffati da un ciao! arrivederci!, a presto!...
Tutto corre al di là del finestrino, alberi, montagne e piccole dimore che restano in queste valli incantate, lontane anni luce dalla mia città millenaria. Hanno una loro saggia dignità nell'essere sempre uguali a sé stesse, sempre e comunque uguali a come sono nate, senza cambiare ad ogni sospiro del tempo... amo più che mai questi piccoli borghi, questa tranquillità e semplicità... piccole realtà, piccoli paradisi...
Accanto a me, lassù, in alto, fiera e luminosa, appena svegliata la Luna mi sorride e illumina questo piccolo mondo in movimento...
Vedo le storie effimere di questi viaggiatori...
...lei e lui, due turisti, due piccioncini borghesi, scherzano, si abbracciano, si coccolano... giocano e raccontano fantasie e progetti per un futuro insieme, piccole foto scattate con un cellulare ad immortalare le loro promesse...
...più in là quel vecchio signore, pantaloni di velluto e giacca dello stesso colore che ha ancora tanto da dire, ma la sua voce è solo un lieve sussurro in direzione del suo dirimpettaio il cui sguardo acquoso denota tanta stanchezza, ma è sveglio e attendo a non perdere una sola parola...
...in fondo c'è quel "capitalista" con il palmare sempre in mano, che gesticola, parla, racconta, ride e si agita, una gamba sul bracciolo del sedile, non dà fiato alla sua gola ed ai suoi polmoni esausti di tanto movimento... non smette mai di parlare, di mimare... la sua voce, nonostante il personaggio, non arrivo a sentirla... tutto fumo e niente arrosto...
...la sua compagna di viaggio, forse una collega, anche lei ha partecipato alla sua stessa Convention... sorride ad ogni sua scenetta e sembra interessata alle sue parole... in realtà sta pensando ai panni che dovrà lavare, al cane che ha lasciato alla vicina e alla spesa per l'indomani...
... quella ragazza con la maglietta bianca e i capelli ricci dorme, non legge, non canta, non mima... non si cura nemmeno della sua valigia che ingombra il passaggio del controllore...
... controllore donna, con la divisa verde e blu della NostraCompagnia... quei chili in più, quell'obesità che per molti, come i tre bulletti seduti dietro di me, non è simbolo di intelligenza, ma solo di sfortuna e debolezza... è invece uno spettacolo il suo sorriso, la sua professionalità, la sua forza, il suo non curarsi della stupidità altrui, il suo "Buonasera signorina! Le auguro buon viaggio!" ... una furbizia che va oltre il nostro superficiale istinto...
E tu Luna, bella e felice, continui ad essere lì in alto e a farmi compagnia... il tuo sguardo mi fa l'occhiolino e non posso fare a meno di sorridere...
martedì 20 novembre 2007
Omaggio a Rino
Riporto qui alcune righe che commentano la fiction andata in onda sulla Rai la scorsa settimana e che approvo pienamente:
Da "Il Messaggero" del 13 novembre u.s.:
Io non ho conosciuto personalmente Rino Gaetano, ma abito a Crotone nel quartiere dove viveva la nonna e dove Rino tornava ogni estate. Conosco i suoi parenti, i suoi amici d’infanzia, coloro che lo accompagnavano ogni volta (quasi sempre) che tornava a Crotone. Ho cominciato ad ascoltare le sue canzoni da ragazzino, da quando ricordo un mare di gente sotto casa mia che aspettava che arrivasse Rino per andare a stare dalla nonna. Lo ascoltavo per induzione all’inizio, cioè attraverso i dischi di mia sorella e mio fratello, ma poi me ne sono perdutamente innamorato fino a diventare un promotore delle iniziative crotonesi (non tutte). Voglio solo dire una serie di cose. Non so quale fosse lo scopo di chi ha creato e pensato la fiction su Rino Gaetano. Non lo so e sto ancora cercando di capirlo. Sono rimasto a pensarci per molte ore dopo aver visto lo spot pubblicitario proposto dalla Rai al termine della seconda puntata. Uno spot entrato come un carro armato in un negozio per bambini, uno di quei passaggi pubblicitari che arriva così veloce che i famosi titoli di coda li puoi scordare. Ma ormai è brutale abitudine tagliare sui titoli di coda e mandare i sonanti euro di pubblicità. Diciamo subito che la fiction ha un solo grande merito: fare arrivare Rino Gaetano nelle case di tutti gli italiani. Badate che il successo di pubblico, a mio avviso, non è dovuto al film in quanto tale, ma sicuramente alla persona e all’artista Rino Gaetano. Dopo, il diluvio. Sono ancora a chiedermi cosa doveva raccontare questo film o questo sceneggiato (come si diceva un tempo). Non certo la vita di Rino, non chiamatelo biografico per carità. È stata fatta una scelta, quella di raccontare una parte molto sconosciuta, e perciò altrettanto manovrabile a proprio piacimento, che è quella sentimentale. La prima parte è passata come un collage di videoclip delle canzoni di Rino Gaetano con annessi quelli che gli americani chiamano bloopers: manifesto di Lucio Dalla nella Rca che sarebbe uscito solo anni dopo, i dossi di gomma antivelocità, le strisce blu, ecc., ma, soprattutto, orrori storico-temporali e stravolgimento di alcune situazioni. Intanto nella fiction la mamma dell’artista crotonese parla siciliano e il papà campano, ma sono entrambi crotonesi. Il rapporto col padre, descritto come padre-padrone, in realtà non è stato altro che uno scontro generazionale di quelli che abbiamo avuto tutti: ma avete provato da giovani a dire a vostro padre, cresciuto negli anni della guerra, vado a fare teatro anziché lavorare in banca (non alle Poste come nella fiction)? Cosa vi avrebbe risposto? Poi l’autocelebrazione della famiglia Celentano (vista la produzione di Claudia Mori), con Rosita a fare la parte della prostituta amica di Rino e Laura Chiatti che canta “Una carezza in un pugno” sul balcone dell’albergo. Insomma una prima parte che mi ha lasciato davvero senza parole (forse avevo ragione a non volerla vedere, però sono troppo innamorato di Rino Gaetano). Si è scelto di raccontare il personaggio e non la persona Rino Gaetano attraverso una travagliata vita amorosa (che fa sempre bene nelle fiction) e che è molto lontana dalla realtà vissuta da Rino. Il menestrello calabro-romano viene descritto, soprattutto nella seconda parte, come un dissoluto dedito all’alcool, psicopatico che perde il suo mondo dopo il successo (fiction zeppa di stereotipi) uno che corre dietro la prima gonna, ma soprattutto molto superficiale e poco propenso ai rapporti di amicizia. L’unica cosa di buono che fa chiarezza una volta per tutte è la frequentazione politica. Del resto il nulla. Non si è scelto di raccontare la sua arte attraverso il dolore dell’emigrazione da Crotone a Roma, e non lo dico per una sorte di complesso di inferiorità e di provincialismo, ma semplicemente perché avrebbe aiutato chi non conosce Rino e il Sud a capire cosa significa abbandonare i luoghi della tua infanzia e della tua spensieratezza, portarseli dentro per sempre. Il suo primo pensiero d’estate era quello di arrivare a Crotone dal suo mare e dalla sua nonna tanto amata. Le straordinarie melodie che raccontano il suo Meridione (fichi d’india e le spine dei cardi, la donna nel nero del lutto di sempre, le pere mature, le lampare, il cielo se mare), i tramonti crotonesi sulla spiaggia (quella dove tornava quasi ogni estate), i suoi amici romani e quelli crotonesi. Quelli intellettuali e quelli disoccupati della strada. C’è una cosa di Rino Gaetano che mi lascia la sensazione di un pugno nello stomaco. Quando egli racconta l’Italia, la politica ecc., lo fa con grande ironia e maestria nell’usare i ritmi e i termini della satira, ma quando parla del suo Sud lo fa con toni molto seri, con ritmi melanconici e con una amarezza di immensa commozione. Ma nella fiction non c’è stato spazio per tutto ciò. C’è stato, invece, per le critiche a Sanremo, per le bottiglie di gin, per far passare “I love you Marianna” come una canzone assolutamente mediocre mentre ti fumi una canna (che negli anni ’70 era anche molto normale e segno di liberazione dagli schemi) e non dedicata ad una persona speciale. È stata una fiction ed è bene prenderla per tale. Un lavoro anche come regia, fotografia, sceneggiatura, assolutamente mediocre e che non avrà grandi citazioni nelle enciclopedie del film. Insomma credo che si poteva e si doveva fare molto di più. In prima serata forse meritava di andare la puntata trasmessa ieri mattina su RaiTre di “La storia siamo noi”. Un ritratto di Rino Gaetano fatto magistralmente da Giovanni Minoli con le testimonianze di cantanti, amici, la ragazza che stava per sposare, la sorella Anna e filmati delle teche Rai. Quella era una trasmissione da mandare in prima serata e non una fiction che il defenestratore di Enzo Biagi elogia. Del resto ogni scarrafone è bello a mamma sua. Anzi sembra che RaiFiction (con il suo capo Agostino Saccà) stia preparando un lavoro su San Francesco di Paola, magari lo faranno vedere mentre mangia funghi allucinogeni. Un ultima cosa vorrei dirla: se il film come racconto storico si basa su alcuni libri scritti su Rino Gaetano stiamo freschi. Chi li ha scritti non sa nemmeno di cosa sta parlando. In uno si dice (e la fiction lo riprende) che andava a piedi da casa sua a Gabella (che è una zona alla periferia nord di Crotone con spiaggia bianca, nota mia), bene sapete quanto chilometri sono? Al di là di tutto credo che Crotone, e lo dico perché mi sento a pieno titolo ideatore di un progetto, debba ancora fare di più per amare questo suo figlio e per farlo conoscere ulteriormente. Voglio solo ricordare che dal 1999 e fino al 2001 gran parte di quello che è stato fatto su Rino Gaetano a Crotone è uscito da una testa malata di “gaetanismo” come la mia (lo testimoniano i miei scritti, la sorella Anna e amici e parenti crotonesi di Rino, oltre le splendide serate di musica e convegni a lui dedicati). Ero tornato dall’Università con lo scopo di far parlare di Rino a Crotone e non solo. Il premio a lui intitolato non si faceva più da anni e, tra l’altro, lo si era sempre fatto in Abruzzo. Voglio chiedere scusa ai miei tanti compagni di appartamento all’Università di Arcavacata (Cs), ai quali ho fracassato i timpani (e non solo) con Rino Gaetano dalla mattina alla sera. Forse mi sono laureato anche grazie a lui, ma forse all’epoca lo sentivo più intimo. È giusto che un grande poeta e artista, però, sia universale. La grandezza di Rino rimarrà ancora intatta perché è stato capace di raccontare il suo tempo e proiettarlo in avanti. Quanto alla fiction speriamo che non la ripropongano più, spero, invece, che la puntata di Minoli di ieri mattina possa essere subito fruibile in dvd. Ora scusate le troppe parole, ma attacco lo stereo e ascolto “Ad esempio a me piace il sud” e “Metà Africa, metà Europa”. Bruno Palermo (13 novembre 2007).
Cugi, che ne dici?
Da "Il Messaggero" del 13 novembre u.s.:
Io non ho conosciuto personalmente Rino Gaetano, ma abito a Crotone nel quartiere dove viveva la nonna e dove Rino tornava ogni estate. Conosco i suoi parenti, i suoi amici d’infanzia, coloro che lo accompagnavano ogni volta (quasi sempre) che tornava a Crotone. Ho cominciato ad ascoltare le sue canzoni da ragazzino, da quando ricordo un mare di gente sotto casa mia che aspettava che arrivasse Rino per andare a stare dalla nonna. Lo ascoltavo per induzione all’inizio, cioè attraverso i dischi di mia sorella e mio fratello, ma poi me ne sono perdutamente innamorato fino a diventare un promotore delle iniziative crotonesi (non tutte). Voglio solo dire una serie di cose. Non so quale fosse lo scopo di chi ha creato e pensato la fiction su Rino Gaetano. Non lo so e sto ancora cercando di capirlo. Sono rimasto a pensarci per molte ore dopo aver visto lo spot pubblicitario proposto dalla Rai al termine della seconda puntata. Uno spot entrato come un carro armato in un negozio per bambini, uno di quei passaggi pubblicitari che arriva così veloce che i famosi titoli di coda li puoi scordare. Ma ormai è brutale abitudine tagliare sui titoli di coda e mandare i sonanti euro di pubblicità. Diciamo subito che la fiction ha un solo grande merito: fare arrivare Rino Gaetano nelle case di tutti gli italiani. Badate che il successo di pubblico, a mio avviso, non è dovuto al film in quanto tale, ma sicuramente alla persona e all’artista Rino Gaetano. Dopo, il diluvio. Sono ancora a chiedermi cosa doveva raccontare questo film o questo sceneggiato (come si diceva un tempo). Non certo la vita di Rino, non chiamatelo biografico per carità. È stata fatta una scelta, quella di raccontare una parte molto sconosciuta, e perciò altrettanto manovrabile a proprio piacimento, che è quella sentimentale. La prima parte è passata come un collage di videoclip delle canzoni di Rino Gaetano con annessi quelli che gli americani chiamano bloopers: manifesto di Lucio Dalla nella Rca che sarebbe uscito solo anni dopo, i dossi di gomma antivelocità, le strisce blu, ecc., ma, soprattutto, orrori storico-temporali e stravolgimento di alcune situazioni. Intanto nella fiction la mamma dell’artista crotonese parla siciliano e il papà campano, ma sono entrambi crotonesi. Il rapporto col padre, descritto come padre-padrone, in realtà non è stato altro che uno scontro generazionale di quelli che abbiamo avuto tutti: ma avete provato da giovani a dire a vostro padre, cresciuto negli anni della guerra, vado a fare teatro anziché lavorare in banca (non alle Poste come nella fiction)? Cosa vi avrebbe risposto? Poi l’autocelebrazione della famiglia Celentano (vista la produzione di Claudia Mori), con Rosita a fare la parte della prostituta amica di Rino e Laura Chiatti che canta “Una carezza in un pugno” sul balcone dell’albergo. Insomma una prima parte che mi ha lasciato davvero senza parole (forse avevo ragione a non volerla vedere, però sono troppo innamorato di Rino Gaetano). Si è scelto di raccontare il personaggio e non la persona Rino Gaetano attraverso una travagliata vita amorosa (che fa sempre bene nelle fiction) e che è molto lontana dalla realtà vissuta da Rino. Il menestrello calabro-romano viene descritto, soprattutto nella seconda parte, come un dissoluto dedito all’alcool, psicopatico che perde il suo mondo dopo il successo (fiction zeppa di stereotipi) uno che corre dietro la prima gonna, ma soprattutto molto superficiale e poco propenso ai rapporti di amicizia. L’unica cosa di buono che fa chiarezza una volta per tutte è la frequentazione politica. Del resto il nulla. Non si è scelto di raccontare la sua arte attraverso il dolore dell’emigrazione da Crotone a Roma, e non lo dico per una sorte di complesso di inferiorità e di provincialismo, ma semplicemente perché avrebbe aiutato chi non conosce Rino e il Sud a capire cosa significa abbandonare i luoghi della tua infanzia e della tua spensieratezza, portarseli dentro per sempre. Il suo primo pensiero d’estate era quello di arrivare a Crotone dal suo mare e dalla sua nonna tanto amata. Le straordinarie melodie che raccontano il suo Meridione (fichi d’india e le spine dei cardi, la donna nel nero del lutto di sempre, le pere mature, le lampare, il cielo se mare), i tramonti crotonesi sulla spiaggia (quella dove tornava quasi ogni estate), i suoi amici romani e quelli crotonesi. Quelli intellettuali e quelli disoccupati della strada. C’è una cosa di Rino Gaetano che mi lascia la sensazione di un pugno nello stomaco. Quando egli racconta l’Italia, la politica ecc., lo fa con grande ironia e maestria nell’usare i ritmi e i termini della satira, ma quando parla del suo Sud lo fa con toni molto seri, con ritmi melanconici e con una amarezza di immensa commozione. Ma nella fiction non c’è stato spazio per tutto ciò. C’è stato, invece, per le critiche a Sanremo, per le bottiglie di gin, per far passare “I love you Marianna” come una canzone assolutamente mediocre mentre ti fumi una canna (che negli anni ’70 era anche molto normale e segno di liberazione dagli schemi) e non dedicata ad una persona speciale. È stata una fiction ed è bene prenderla per tale. Un lavoro anche come regia, fotografia, sceneggiatura, assolutamente mediocre e che non avrà grandi citazioni nelle enciclopedie del film. Insomma credo che si poteva e si doveva fare molto di più. In prima serata forse meritava di andare la puntata trasmessa ieri mattina su RaiTre di “La storia siamo noi”. Un ritratto di Rino Gaetano fatto magistralmente da Giovanni Minoli con le testimonianze di cantanti, amici, la ragazza che stava per sposare, la sorella Anna e filmati delle teche Rai. Quella era una trasmissione da mandare in prima serata e non una fiction che il defenestratore di Enzo Biagi elogia. Del resto ogni scarrafone è bello a mamma sua. Anzi sembra che RaiFiction (con il suo capo Agostino Saccà) stia preparando un lavoro su San Francesco di Paola, magari lo faranno vedere mentre mangia funghi allucinogeni. Un ultima cosa vorrei dirla: se il film come racconto storico si basa su alcuni libri scritti su Rino Gaetano stiamo freschi. Chi li ha scritti non sa nemmeno di cosa sta parlando. In uno si dice (e la fiction lo riprende) che andava a piedi da casa sua a Gabella (che è una zona alla periferia nord di Crotone con spiaggia bianca, nota mia), bene sapete quanto chilometri sono? Al di là di tutto credo che Crotone, e lo dico perché mi sento a pieno titolo ideatore di un progetto, debba ancora fare di più per amare questo suo figlio e per farlo conoscere ulteriormente. Voglio solo ricordare che dal 1999 e fino al 2001 gran parte di quello che è stato fatto su Rino Gaetano a Crotone è uscito da una testa malata di “gaetanismo” come la mia (lo testimoniano i miei scritti, la sorella Anna e amici e parenti crotonesi di Rino, oltre le splendide serate di musica e convegni a lui dedicati). Ero tornato dall’Università con lo scopo di far parlare di Rino a Crotone e non solo. Il premio a lui intitolato non si faceva più da anni e, tra l’altro, lo si era sempre fatto in Abruzzo. Voglio chiedere scusa ai miei tanti compagni di appartamento all’Università di Arcavacata (Cs), ai quali ho fracassato i timpani (e non solo) con Rino Gaetano dalla mattina alla sera. Forse mi sono laureato anche grazie a lui, ma forse all’epoca lo sentivo più intimo. È giusto che un grande poeta e artista, però, sia universale. La grandezza di Rino rimarrà ancora intatta perché è stato capace di raccontare il suo tempo e proiettarlo in avanti. Quanto alla fiction speriamo che non la ripropongano più, spero, invece, che la puntata di Minoli di ieri mattina possa essere subito fruibile in dvd. Ora scusate le troppe parole, ma attacco lo stereo e ascolto “Ad esempio a me piace il sud” e “Metà Africa, metà Europa”. Bruno Palermo (13 novembre 2007).
Cugi, che ne dici?
lunedì 12 novembre 2007
Le ultime parole famose
... non voglio sprecare rimanendo qui a casa, in città...
Ecco. Appunto. Mi faccio ridere da sola. Dico, faccio, metto, levo, progetto, compro e sposto e alla fine mi ritrovo sempre qui. Insomma, parto in quinta come al solito e poi basta un niente a cambiare tutto... E stavolta ero davvero convinta!!! Ero lì lì per andare in Messico, anche solo per una settimana... ma... che piove? uragani? ammazza quanto costa! e tutto perchè mi ritrovo da sola... ma porca miseria... vabbè allora Cuba e Santo Domingo? Zanzibar?? stessa storia... ecco... io lo sapevo... io NON DEVO PROGRAMMARE... o tutto subito, nel preciso istante in cui voglio fare qualcosa altrimenti non se ne parla... insomma, CARPE DIEM.
E vabbuò. Poco male. C'è di peggio. C'è chi le ferie non sa nemmeno cosa siano. Mi regalo allora una settimana di nuoto che, ragazzi, vi assicuro, mi gasano da impazzire... se ci metti poi la sauna e il bagno turco... avrò occasione di andare a prendere Ciccio all'asilo... andare in Caffa in orari improbabili... un pò di sano e buon shopping letterario (oggi ne ho già presi tre :-D)... Il punto è che tutto sommato mi accontento di poco... andare in piscina, fare sport, dormire quell'oretta in più e stare con la famiglia non è poi così male... E' un modo per fermarmi a pensare a tutto ciò che ho intorno e al quale, fino ad ora, non ho dato particolare peso...
Sabato però si parte... verso l'unica destinazione dove uscire la sera da sola non mi fa paura (New York o Amsterdam non sarei mai riuscita a vederle di notte se fossi andata da sola... non ho le "palle" fino a questo punto... e sarebbe stata una vacanza sprecata, no?)... centro benessere fra Firenze e Bologna... equivalente di Culonia...
Ecco. Appunto. Mi faccio ridere da sola. Dico, faccio, metto, levo, progetto, compro e sposto e alla fine mi ritrovo sempre qui. Insomma, parto in quinta come al solito e poi basta un niente a cambiare tutto... E stavolta ero davvero convinta!!! Ero lì lì per andare in Messico, anche solo per una settimana... ma... che piove? uragani? ammazza quanto costa! e tutto perchè mi ritrovo da sola... ma porca miseria... vabbè allora Cuba e Santo Domingo? Zanzibar?? stessa storia... ecco... io lo sapevo... io NON DEVO PROGRAMMARE... o tutto subito, nel preciso istante in cui voglio fare qualcosa altrimenti non se ne parla... insomma, CARPE DIEM.
E vabbuò. Poco male. C'è di peggio. C'è chi le ferie non sa nemmeno cosa siano. Mi regalo allora una settimana di nuoto che, ragazzi, vi assicuro, mi gasano da impazzire... se ci metti poi la sauna e il bagno turco... avrò occasione di andare a prendere Ciccio all'asilo... andare in Caffa in orari improbabili... un pò di sano e buon shopping letterario (oggi ne ho già presi tre :-D)... Il punto è che tutto sommato mi accontento di poco... andare in piscina, fare sport, dormire quell'oretta in più e stare con la famiglia non è poi così male... E' un modo per fermarmi a pensare a tutto ciò che ho intorno e al quale, fino ad ora, non ho dato particolare peso...
Sabato però si parte... verso l'unica destinazione dove uscire la sera da sola non mi fa paura (New York o Amsterdam non sarei mai riuscita a vederle di notte se fossi andata da sola... non ho le "palle" fino a questo punto... e sarebbe stata una vacanza sprecata, no?)... centro benessere fra Firenze e Bologna... equivalente di Culonia...
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